Forse il termine più adeguato per descrivere la progettazione di una vettura di Formula Uno è: “disegnata dal vento”. Ed è vero, perché quelle auto, progettate per passare da 0 a 200 m/h in pochi secondi, per rimanere incollate alla pista in qualsiasi condizione, lavorano contro il vento e con il vento che ha una funzione fondamentale non solo nelle scelte aerodinamiche ma anche nelle scelte meccaniche tutte in funzione dell’aria che scorre per raffreddare, sostenere e dirigere la vettura.

Se vogliamo anche un Ente del Terzo Settore, un ETS per usare la sigla, sia OdV (Organizzazione di Volontariato) o APS (Associazione di Promozione Sociale), è disegnata dall’ambiente. Gli ETS sono in grado di rispondere alle emergenze piccole e grandi con tempi velocissimi, restare sempre “sul pezzo”, in qualsiasi condizione, trarre dalle emergenze gli stimoli e la forza per migliorare la loro azione sociale e proseguire nella loro azione a supporto di sistema sociale nel quale svolge un ruolo fondamentale.

Ora, non bisogna essere dei geni della meccanica per capire che se una vettura di Formula Uno si deve muovere nel traffico cittadino, penso ai Lungotevere di Roma nell’ora di punta, diventerebbe poco più di un carrello della spesa, anzi, in poco tempo, si ridurrebbe ad un ammasso inutile di leghe sofisticate, fibra di carbonio ed elettronica sofisticata. Il vento contro il quale combatteva e vinceva ha fatto mancare, causa il traffico, la sua forza usata per raffreddare, sostenere e fare correre la macchina.

Una sorte analoga grava sugli ETS italiani, bloccati nel traffico di una burocrazia indifferente che ha già causato troppi disastri facendo scomparire diverse, molte, troppe, piccole realtà associative che, comunque, davano il loro apporto sociale alla collettività e collaboravano con gli Enti Pubblici alla risoluzione di problemi piccoli e grandi.

È vero, la burocrazia deve essere indifferente ai problemi di singoli e, di conseguenza, deve trattare tutti gli utenti con lo stesso metro. Quindi il bilancio di poche migliaia di euro di un ETS deve essere redatto seguendo uno schema che sembra studiato dai professori della Bocconi e che, forse, solo loro sono in grado di comprendere. La Privacy degli iscritti e di chi viene a contatto con l’Associazione deve essere garantita da regole e passaggi che nemmeno alla Zecca dello Stato sono adottate.

Tutte cose che a una grossa ODV nazionale, con dipendenti e consulenti, non creano problemi ma che ne creano non pochi alle piccole realtà locali, quella galassia di piccole Associazioni sulle quali si basa il sistema del Terzo Settore. Si può dare torto al presidente di un piccolo gruppo di Volontari che, di fronte al rischio di una multa milionaria, decide di rinunciare? Si può dare torto ai suoi Consiglieri se fanno lo stesso decretando la morte del gruppo? Io dico di no.

Il torto è di un sistema burocratico, del quale, purtroppo, fanno parte anche le Associazioni di Volontariato a livello nazionale, che non conoscono il territorio e le sue esigenze, si barricano dietro il paravento di un unico peso e di un’unica misura, e che, ancora una volta, sono indifferenti, nel senso peggiore del termine.