Chi uccise Pietro Ispano?
Medico e logico, eletto papa Giovanni XXI nel 1277: il solo pontefice nel Paradiso di Dante.
La soluzione si intreccia con la storia di Softhill, azienda che progetta computer a Tiburtina Valley. La dirige Vittorio Vivaldi: deve risolvere problemi di alta tecnologia, di ricatti, di grandi amori (Marta, bellissima informatica e Barbara, fascinosa psicanalista), di ricerche storiche e teologiche. Alla fine si ritrova il testo latino di Giovanni XXI – che avrebbe potuto distruggere la Chiesa di Roma.
Questa è la sinossi che Roberto Vacca (laureato in ingegneria elettrotecnica e libero docente in Automazione del Calcolo all’Università di Roma e docente di Computer, ingegneria dei sistemi, gestione totale della qualità alle Università di Roma e Milano), fa del suo romanzo “Dio e il Computer”.
Un romanzo che ho letto e riletto più d’una volta, ultimamente pensando con nostalgia agli anni 80 quando a Roma e in tutt’Italia fiorivano aziende d’informatica all’avanguardia, a livello mondiale. Un romanzo che forse per Vacca era anche autobiografico con il protagonista, ingegnere di vasta cultura e mente aperta che mi è sempre apparso come il prototipo dell’informatico vero, di chi cerca le soluzioni affondando le mani nel problema.
Oggi riprendo in mano questo mio vecchio blog, il cui url si rifà al mio nuovo trasferimento in Romagna e all’azienda di Vittorio Vivaldi, per ricominciare a parlare dei miei pensieri, delle mie considerazioni, delle mie critiche a un mondo che corre troppo velocemente senza nemmeno conoscere come funziona la macchina globale che sta spingendo, con molta incoscienza, a tutta velocità.