Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Pare proprio che uno degli sport preferiti dagli italiani siano le aggressioni di medici e infermieri nei posti di pronto soccorso, negli studi medici, sulle ambulanze. Ma prima di scagliarci in inutili discussioni sul perché succedono questi fatti cerchiamo, prima di tutto, di capire chi sono questi aggressori e chi sono le vittime di questi fatti di cronaca nera.

Sicuramente l’aggressore tipo, quello che i mass-media identificano subito, è una persona dal carattere disturbato. Persone a volte, ma non sempre, di scarsa cultura e, quasi sempre, prive di un’educazione civica ben costruita. Spesso, molto spesso, sono persone nate e cresciute in ambienti socio economici dove la vita deve essere affrontata a muso duro, magari anche con il coltello fra i denti.

Persone che, a causa di una dialettica in crisi profonda, vedono negli “altri” solo dei soggetti che vogliono privarti di un tuo diritto e poco gli importa se quel diritto negato sia reale e sancito dalle leggi oppure presunto in base ad usi e costumi. Persone per le quali una mancata precedenza in una rotonda diventa un fatto gravissimo, un’onta alla quale rispondere con improperi, minacce e che alla minima reazione sono pronti a menare le mani, mettere mano al coltello, alla spranga di ferro, alle armi da fuoco.

Colpevoli? Sicuramente come è colpevole la moglie del professionista che parcheggia, senza averne il diritto, nei posti per disabili; come è colpevole chi passa con il rosso e poi si lamenta se arriva la multa. Come è colpevole chi riesce a fare una TAC in tre giorni perché conosce il primario; come è colpevole chi paga il dentista in contanti per risparmiare l’IVA alimentando l’evasione. Anche questi sono atteggiamenti violenti, anche questi sono pugni in faccia alla società e ai cittadini che rispettano le leggi.

Ma a volte, mi verrebbe da dire quasi sempre, i pugni in faccia a medici, infermieri, operatori sanitari arrivano direttamente da uno Stato che, vigliaccamente, delega, attraverso una serie di de-cretini, i professionisti al suo servizio a colpire i cittadini imponendo procedure assurde e incomprensibili anche a chi ha studiato, anche a chi è vissuto fuori dalle situazioni di degrado, anche a chi non è abituato ad affrontare la vita con il coltello fra i denti.

Si arriva, quindi, all’assurdo di un medico che ignora, anche obbligato dalla legge, il giuramento di Ippocrate e che rifiuta una prestazione o un certificato che il cittadino-utente-paziente ritiene un suo diritto. Senza visitarlo, anzi senza nemmeno guardarlo in faccia, solo cercando fra le carte e i referti quella dicitura, che, in base al solito de-cretino, lo autorizza a farlo. “io faccio quello che mi dice la legge e basta”. E se il cittadino-utente-paziente reagisce è colpa sua.

Risolvere il tutto con i presidi di Pubblica Sicurezza? Certo. Ma prima mettiamo questi presidi dove si programmano certe norme e certe circolari che poco hanno a che fare con la tutela della salute pubblica. Norme che, inevitabilmente, iniziano con la fatidica dicitura “ … Visto il Regio Decreto … ” e proseguono con due, tre pagine, di richiami a leggi e circolari che creano un ginepraio di ostacoli al lavoro di chi ha studiato per anni come aiutare il suo prossimo.