
I settanta anni di televisione in Italia hanno segnato una trasformazione profonda nella vita quotidiana dei cittadini, plasmando le loro abitudini, influenzando le opinioni pubbliche e fungendo da specchio delle dinamiche sociali e culturali del paese. Fin dalla sua introduzione nel 1954, la televisione ha svolto un ruolo centrale nel modellare la società italiana.
Inizialmente, la televisione era un mezzo di comunicazione limitato, con un solo canale, trasmissioni in bianco e nero e, inoltre, aveva un costo elevatissimo, circa 200 mila lire, pari grosso modo a dieci stipendi di un impiegato medio. Tuttavia, già dagli anni ’60, essa ha iniziato a diventare un membro onnipresente delle famiglie italiane, raggiungendo una vasta audience e divenendo un punto di incontro che coinvolgeva intere famiglie, interi caseggiati e l’intera nazione. Possiamo dire, quindi, che le trasmissioni televisive hanno contribuito a creare un senso di comunità condivisa, favorendo e stimolando il dibattito su eventi sportivi come le partite di calcio della nazionale, i grandi eventi culturali e le trasmissioni politiche.
Nei primi anni il palinsesto non era certo eccezionale ed era scandito da appuntamenti più o meno fissi: il film del lunedì, il quiz del giovedì, il varietà del sabato, lo sceneggiato, il pomeriggio sportivo della domenica e, per noi (all’epoca) ragazzi, l’appuntamento fisso con la TV dei Ragazzi. Le trasmissioni iniziavano alle 17:30 e terminavano alle 23:30. Solo la domenica e nelle “feste comandate” i programmi iniziavano alle 10 o alle 11 di mattina per fermarsi dalle 16 alle 17. Con l’arrivo del “Secondo Canale”, nel 1961, l’offerta si diversificò leggermente dando la possibilità di seguire altri programmi.
Il mondo stava diventando più piccolo, le distanze si accorciavano, le notizie arrivavano più velocemente. Se prima un avvenimento in una città a pochi chilometri da casa arrivava solo per il passa parola e si potevano avere dettagli sul quotidiano del giorno dopo, ora il Telegiornale, appuntamento fisso in quasi tutte le case, riusciva ad informare di quello che succedeva in tutto il mondo a distanza di poche ore.
Con l’avvento, negli anni 70, della televisione a colori e dei canali commerciali l’offerta televisiva si è diversificata con nuovi programmi di intrattenimento, informativi e culturali. La televisione si è imposta come strumento che riusciva ad avere un ruolo cruciale nell’educazione, nella diffusione della cultura e, soprattutto, nella formazione (in alcuni casi anche manipolazione) del pensiero critico dell’opinione pubblica e degli orientamenti politici dei cittadini.
Oggi la televisione deve confrontarsi con nuove sfide, come la crescente concorrenza delle piattaforme digitali e lo spostamento verso modalità di consumo on-demand. Tuttavia, rimane un elemento cruciale nella vita quotidiana degli italiani, continuando a riflettere e influenzare il tessuto sociale e culturale del paese. Per chi, come me, ha visto la luce nel 1954 resta il ricordo di grandi nomi della cultura e dello spettacolo.
E del monoscopio che accompagnava l’attesa dell’inizio delle trasmissioni, l’inizio della “TV dei Ragazzi”.