Il Silicio (Si) è, dal punto di vista chimico, un elemento che fa parte della famiglia dei semimetalli e dei semiconduttori. Dopo l’ossigeno è il secondo elemento presente per abbondanza sulla terra dove è presente per il 27,7% del peso della crosta e dove non è possibile trovarlo in forma elementare ma dove è presente come ossido di silicio (rocce cristalline, selce, quarzo, ametista, agata, diaspro e opale) o sotto forma di silicati nei graniti, nelle argille, nelle miche e in altri.
Oltre ad essere un importante elemento di alcuni tipi di acciaio, il silicio, essendo un semiconduttore puro può essere “drogato” con arsenico, fosforo, gallio o boro che lo rendono più conduttivo per essere utilizzato nella produzione di transistor, pannelli solari e altri tipi di semiconduttori fra cui i microchip utilizzati oggi in quasi tutta l’elettronica che ci circonda.
Taiwan e l’industria
Oltre ad impianti metallurgici e siderurgici e alcuni cementifici, fin dai primi anni ’80 Taiwan è diventata sinonimo di elettronica, informatica e telecomunicazioni. A Taiwan, infatti, hanno sede molti big del settore, nomi come Acer (Personal Computer), ASUS (schede madri, schede video, lettori ottici, palmari, portatili, telefonini, computer e sistemi di raffreddamento per computer), AUO (pannelli LCD Full HD, pannelli Ultra HD e anche pannelli OLED di piccole e grandi dimensioni), BenQ (prodotti per computer, comunicazione e strumenti elettronici di consumo), HTC (smartphone), Kymco (scoter, motocicli e quad), MSI (computer e componenti per computer) e infine TSMC (la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo).
Chi è TMSC
Fondata nel 1987, TMSC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) è riconosciuta essere il più grosso produttore di chip per computer al mondo. È, economicamente, la più grossa azienda di tutta l’Asia e una delle prime dieci al mondo. il suo modello di produzione di basa sui “fabs”, piccoli impianti di fabbricazione di semiconduttori sparsi su tutta l’isola di Taiwan anche se il quartier generale si trova a Hsinchu, nel nord dell’isola.
Anche se il cliente principale di TMSC è Apple per la quale produce i chip delle serie A montati sugli iPhone e sugli iPad e i chip della serie M per i Silicon Mac, nel suo portafoglio figurano oltre 500 aziende sparse in tutto il mondo fra cui AMD, MediaTek, Qualcomm, Broadcom, Nvidia e Marvell. I chip di TMSC sono strategici per la produzione delle moderne automobili e per i livelli di guida autonoma e per le console Switch di Nintendo e PlayStation 5 di Sony.
La guerra dei nervi
È naturale che dal destino di Taiwan dipenda il futuro tecnologico del pianeta, futuro al quale non giova la disputa di lunga data sulla sovranità dell’isola da parte della Cina ma ancora meno i vari interventi contrastanti degli altri paesi le cui industrie e le cui economie dipendono dalle produzioni di TSMC. La visita, durante l’estate, di Nancy Pelosi, lo speaker della Camera degli Stati Uniti, ha provocato una rabbiosa reazione di Pechino con esercitazioni aeronavali che fanno pensare ad un imminente attacco.
Ma c’è qualcosa di cui tenere conto. Oggi, e domani ancor di più, i chip di TSMC prodotti a Taiwan sono indispensabili alle economie di tutti i paesi industrializzati e senza di di essi si fermerebbe completamente la produzione di smartphone come l’iPhone 13 ma anche quella di auto come il SUV Renault, delle console di gioco, e perfino degli elettrodomestici più o meno intelligenti. Indifferentemente se il paese dove si assembla il prodotto finale sia la Cina o gli Usa, la Russia o Germania, la Corea del Sud o la Francia. Il settore dell’elettronica di consumo dovrebbe affrontare una crisi mai vista prima che si innesterebbe, con effetti disastrosi, sui vari blocchi delle consegne e delle produzioni già scatenate dalla pandemia.
Bloccare la produzione di TSMC non conviene alla Cina che in un eventuale attacco dovrebbe (e sicuramente lo farà) risparmiarne con cura gli impianti, ma mettere le mani su Twain significa assumere un potere economico pressoché assoluto. Ma anche gli altri potenti della terra dovrebbero fare i conti con le conseguenze di una crisi diplomatica con Taiwan.
Oggi, senza i chip di TSMC, una guerra si potrebbe fare solo con le clave e i sassi. Altro che droni e missili intelligenti.