Inutile farci illusioni, tutti noi dobbiamo, ogni giorno, affrontare gli haters (odiatori) che, dopo l’inizio della pandemia sembrano essere aumentati di numero. Gli odiatori sono ovunque, ti guardano sprezzanti quando esibisci il green pass al bar, ti strombazzano se rallenti per fermarti a un semaforo giallo, ti insultano se rispetti i limiti di velocità. Haters ovunque, disponibili in tutte le forme, dimensioni e colori!

Da giovane ho sentito questa frase: “… quando lavori per ottenere qualcosa per te e per gli altri, ci saranno sempre ostacoli, ostacoli che vengono sollevati dalle circostanze o dalle persone intorno a te. Non preoccuparti, credi solo nella tua idea e lavora continuamente e onestamente verso il tuo obiettivo …”

Sagge parole che negli ultimi due anni sono diventate attuali, con la negatività dei vicini, dei colleghi, delle persone per strada, perfino dei cosiddetti amici e familiari che è diventata, purtroppo, un costume molto comune.

Haters sui social

Viviamo nel terzo millennio, nell’era di internet e dell’informazione immediata. Incontriamo, ogni giorno, haters di tutti i tipi e non solo fisicamente intorno a noi ma in tutto il mondo. I social media hanno fornito agli haters uno strumento e un potere incredibile. Un problema che tutte le donne e tutti gli uomini onesti al mondo sono chiamati ad affrontare perché gli haters sono invisibili, anonimi con il potere di Internet di connettersi con altri umani.

Diffondono il loro veleno in varie forme, in particolare con il loro uso della negatività inserendo i commenti del nostro blog, i feed di Twitter, le pagine dei social media, diffondendo messaggi, spesso deliranti, con le messaggerie istantanee e la posta elettronica. Come mosche sulla m … armellata gli haters si gettano a frotte su eventi eclatanti e sui protagonisti degli stessi. Le molle che li muovono online sono le stesse che li spinge ad agire quando sono, fisicamente, vicini a noi. Invidia, rabbia repressa, incapacità di progettare e comunicare onestamente.

Come affrontare gli haters?

Prima di tutto dobbiamo individuare e separare il grano dalla pula, gli haters dagli opinionisti alternativi. Etichettare come “odiatore” una persona che esprime un’opinione diversa dalla nostra non solo ci mette sullo stesso piano degli haters veri ma ci priva delle critiche e dei suggerimenti costruttivi che potrebbero esserci di grande aiuto. Perdere il contatto con queste persone significa non avere più un confronto serio con chi vorrebbe, onestamente, contribuire al nostro progetto. Riconoscere un animo nobile che vuole aiutarci, in fondo, è semplice: chi è in buona fede ci darà un eventuale riscontro negativo al nostro progetto solo in privato.

Gli haters, invece, sono quelli che non hanno mai progettato nulla da soli ma sempre in team con altri le cui idee avevano il sopravvento. Di conseguenza quello che sanno dire, sui social network o nei forum, sono semplici battute: “ridicolo”, “è una stupidaggine” oppure, sempre più spesso, si scatenano in attacchi personali che generano risposte e contro-risposte infinite. Il risultato, purtroppo, è che chi onestamente potrebbe voler condividere la propria opinione, anche se negativa, non interagisce nel gruppo, nei commenti, nei forum.

Chi ci perde, in tutto questo bailamme, siamo noi tutti, la comunità. E non solo quella racchiusa fra le mura domestiche o nel nostro quartiere ma quella che ha come confine la troposfera: il pianeta Terra e chi ci vive.