ovvero come dimenticare tutto in tempo reale

Benvenuti nell’epoca del presente assoluto. Un luogo meraviglioso dove le cose accadono senza un prima, senza un dopo, e soprattutto senza un perché.
In pratica: un gigantesco buffet di eventi-spuntino, dove nessuno ti chiede di capire cosa stai mangiando, basta che lo butti giù in fretta. E indignati, mi raccomando. Altrimenti l’algoritmo non ti vede.

Breaking news: è successo qualcosa! (Ma cosa, non importa.)

Nel presente assoluto, la notizia è come una zanzara: arriva, punge, ti fa grattare… e poi scompare. Il punto non è più capire ma sentire qualcosa — meglio se in diretta, meglio se forte, meglio se oggi prima di cena.
C’è stata un’alluvione? “Tragedia senza precedenti!” (Tranne che erano già successi cinque allagamenti negli ultimi dieci anni, ma shhh, il passato è spoiler.)
Un politico ha detto una sciocchezza? “Scioccante!” (Peccato che sia la stessa sciocchezza della settimana scorsa. Ma se nessuno se la ricorda, è come nuova.)
Un influencer si è commosso parlando di sé? “Momento toccante!” (Ecco, questo è davvero il massimo storico a cui aspiriamo oggi.)

Profondità? No grazie, ho già dato

Chi ha tempo di capire perché le cose succedono, quando possiamo reagire subito?
La riflessione è lenta, richiede pazienza, forse anche un dizionario. Ma noi viviamo di titoli, sottopancia televisivi e storie Instagram con font motivazionali su sfondo tramonto. Una vera gioia per il pensiero critico, che nel frattempo si è trasferito in campagna e non risponde più ai messaggi.

Il passato è noioso. Il futuro fa ansia. Viva l’adesso!

Nel presente assoluto: la memoria è un optional, il futuro è un disturbo dell’attenzione e la complessità è un difetto di fabbrica.
Il mondo si consuma in tempo reale, come le notizie nel feed: scorri, indignati, dimentica. Ripeti.
E così viviamo come se fossimo tutti dentro una gigantesca puntata di “Blob”, solo senza la parte intelligente.

Il potere dell’istante: manipolami piano che ho la soglia bassa

Vivendo in questo eterno presente, diventiamo l’ideale dell’influenzabile moderno: non ricordiamo cosa è successo ieri, non ci chiediamo cosa succederà domani Ma oggi… oggi sì che ci arrabbiamo come si deve! Poi però c’è la cena, e niente, ci passa.

“Chi controlla il presente, controlla il passato.
Chi controlla il passato, controlla il futuro.”
– George Orwell
(che oggi probabilmente avrebbe un podcast e 200K follower su X.)

Soluzioni lente per menti sveglie

Sarà retrò, ma forse abbiamo bisogno di rallentare, di leggere almeno il sottotitolo, non solo il titolo; di ricordare che ogni “notizia” ha una storia dietro — e magari anche delle conseguenze davanti; di capire che un’emozione non è un’opinione, e che la rissa non è dibattito.
Forse il pensiero critico non è trendy, ma almeno non scade dopo 24 ore.

Conclusione al dente

Il presente assoluto è comodo, è leggero, è veloce. Ma come la pasta fatta in fretta, alla fine rimane un po’ cruda. E allora, che ne dici se torniamo a mettere a bollire le idee? Senza fretta, senza filtri, senza frecciatine. Con un po’ di memoria, un po’ di prospettiva, e magari — se non è chiedere troppo — anche un po’ di buon senso.